Un piccolo principato per mille avventure

Mio figlio di otto anni è un tipetto curioso e originale. Senza disdegnare i regali più classici, dai lego ai playmobil, ha però una spiccata predilezione per i viaggi. La cosa non può che rendermi felice, visto che sono la mia passione. Con un’unica differenza: mentre io amo la natura, i grandi spazi e il silenzio, lui ha scelto come regalo, di compleanno prima e di Natale poi, la parata militare del 2 Giugno a Roma e il Circo di Monte Carlo.

Non sono appassionata né di folla né di circo, ma era una sfida alla quale non potevo sottrarmi. L’esito è stato decisamente migliore delle aspettative. Roma è sempre una città incredibile, il sole splendeva mite, la parata è stata affascinante e ancor di più i passaggi delle Frecce Tricolore.

Il Principato di Monaco è il viaggio più recente: siamo rientrati ieri e i bambini non fanno altro che parlarne. Dopo avere incontrato di persona il Principe Alberto, stanno ragionando sul modo di creare un Principato e diventare principi. Così, durante le lunghe ore del viaggio di ritorno, abbiamo consultato internet per saperne di più di questo piccolo e ricchissimo staterello. Tal Francesco Grimaldi, detto Malizia, nel 1297 si impossessò della Rocca di Monaco tramite uno stratagemma: si travestì da monaco , entrò nel castello e uccise le guardie genovesi (allora padroni del luogo) per poi insediarsi della fortezza.

Le peripezie di questo feudo sono state numerose, ma sono bastati questi primi elementi per far galoppare la fantasia: Malizia dev’essere stato un personaggio davvero intraprendente! Chissà quante ne ha combinate, magari era un uomo carismatico al quale le donne non potevano resistere. Oppure era un combattente, uno a cui non faceva paura uccidere. Di certo i Grimaldi qualche peculiarità l’avranno avuta, visto che regnano incontrastati da 700 anni!

Ricordo l’unico romanzo storico che ho scritto, preceduto da un paio di mesi di ricerche: era stato davvero divertente. E la cosa più curiosa è che, ai tempi della scuola, la storia non mi piaceva!

Siamo rientrati tutti con un sacco di idee. Mentre i bambini studiano il modo per creare il loro Principato, io dovrò mettermi d’impegno per fermare qualche pensiero su carta!

 

Palazzo dei Principi di Monaco.

Noi non ci arrendiamo.

Si è appena conclusa la settima edizione di Donne che Scrivono, iniziata quasi per gioco qualche anno fa e diventata presto un evento molto atteso, tanto che si tiene due volte all’anno in concomitanza di ricorrenze legate al mondo femminile.

L’esperienza mi ha insegnato che gli incontri letterari sono sempre una grande incognita. A meno che l’autore non sia un personaggio molto noto, è difficile riuscire a raccogliere un pubblico numeroso. Potremmo dire che, dopo questi due anni di pandemia, le persone sono diventate più diffidenti, timorose. Spesso svogliate, come è capitato a me: sono di indole una persona molto attiva, ma mi rendo conto che ho maturato una stanchezza, fisica e psicologica, che molte volte mi fa sembrare un’impresa titanica scendere dal letto al mattino.

Le presenze sporadiche agli incontri letterari, però, sono una piaga che ha radici precedenti alla pandemia. Noi che le organizziamo, dobbiamo sempre tenere conto se quel giorno pioverà o splenderà il sole, perché nel secondo caso la gente andrà a passeggio. Dobbiamo pensare a un’intervista dinamica e leggera, per non annoiare troppo gli ascoltatori, che inizieranno ad agitarsi sulle sedie come se fossero infestate di formiche e quasi certamente non li vedremo più al successivo incontro. Spesso siamo costretti a supplicare parenti e amici di venire “a fare numero”, per non deludere troppo l’autore del momento. La parte più esilarante (anche se spesso non fa affatto ridere) sono le scuse fantasiose che, chi ha assicurato la propria presenza, ti propina dopo averti bidonato: triste ammetterlo, ma anche il Covid è diventata una di quelle. Insomma, una battaglia contro i mulini a vento.

Noi però non desistiamo. C’è bisogno di ascoltare la voce di persone che ti parlano di bellezza, di passioni, di sogni, di traguardi raggiunti. Di storie fantastiche e appassionanti, tragiche e fuori dal tempo, ma sempre storie che ci fanno trascorrere ore piacevoli, ci fanno ridere o commuovere, toccano corde che noi da soli non riuscivamo a far vibrare in modo tanto armonioso.

Ieri a Imola il pubblico era incredibilmente numeroso. Ci ha ascoltato per due ore con estremo interesse e alla fine sono stati venduti tantissimi libri. Noi autrici ci siamo incontrate di nuovo dopo almeno due anni di lontananza, ed è stato come esserci viste la scorsa settimana. La passione che ci accomuna riduce le distanze e, soprattutto, rende le diversità motivo di stimolo e crescita. Non immaginate il sollievo di parlare con qualcuno che capisce quello che dici, anche se non deve per forza condividerlo.

Non vedo l’ora che sia Novembre, per organizzare la prossima edizione! Grazie di cuore alle amiche e colleghe che hanno accettato di partecipare: Giulia Borgato, Laura Costantini, Emiliana Erriquez (a distanza!) e Federica Soprani. A Liana del Centro Sociale che non si fa mai scoraggiare e a Veronica, sempre e comunque.

Autrici felici!
Da sinistra: Elena Taroni Dardi, Fernanda Romani, Federica Soprani, Sarah Bernardinello, Sabrina Grementieri e Laura Costantini

Iniziare un nuovo cammino ci spaventa, ma dopo ogni passo ci rendiamo conto di quanto fosse pericoloso rimanere fermi. Cit.