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Avevo bisogno di…

Avevo bisogno di tempo e di silenzio. Di spazio e di luce, lontano dalla frenesia e dalle pressioni. Una parentesi di vita, per liberare i pensieri, riafferrare i sogni e ritrovarmi.

Ho scelto un posto che amo, che non ha bisogno di essere conosciuto per farmi sentire che è quello giusto. Ho preso con me le scarpe da trekking, il computer e i libri, tutto ciò di cui avevo davvero bisogno. E ho camminato. Chilometri di sentieri nel bosco fino alle cime innevate. E ho letto. Pagine e pagine di storie che qualcun altro ha scritto anche per me. E ho scritto: c’è questa storia che preme per essere raccontata e che deve lottare con le mie mancanze per averla vinta.

I battiti del cuore hanno ritrovato il giusto spartito, Morfeo è tornato ad abbracciarmi e gli occhi, per quanto sempre più in difficoltà, si sono riempiti di colore.

Ma il mondo reale non è mai troppo lontano: siamo pur sempre animali sociali e oggi basta riconnettersi per essere strappati dalla solitudine. E riscoprire, con l’innocenza di un bambino, che la vita è ancora in grado di sorprenderti.

Ho ricevuto una mail sul sito da parte di una persona che ha partecipato alla mia ultima presentazione ad Assisi (l’ho già detto, che è stata un’esperienza meravigliosa?). Stavo camminando, ma la curiosità mi ha fatto fermare per leggerla. E la commozione mi ha fatto brillare gli occhi e desiderare di condividere quella gioia con qualcuno. “Volevo solo ringraziarti” mi scrive Eugenia” perché mi hai letteralmente contagiata. Anche io amo scrivere, viaggiare … e come te scrivo diari e appunti di viaggio e riflessioni da quando sono piccola… grazie al tuo incontro  è scattato qualcosa dentro. Soprattutto la gioia che provo nello scrivere é immensa e mi dona tanta felicità.  Quindi grazie grazie grazie.”  Come spiegarle il dono immenso delle sue parole? Io ci ho provato, nel risponderle, e spero che almeno una parte della mia gioia l’abbia raggiunta.

Ci sono state altre persone che, spezzando il mio isolamento, mi hanno regalato qualcosa di se stessi: il loro tempo, i loro pensieri, il loro affetto. Sono convinta che questo prendere le distanze mi abbia aiutata ad apprezzare di più il quotidiano che ci circonda. Loro ci sono sempre stati, e così io per loro. Ma, travolti dalla corsa sulla ruota del criceto, finiamo per non apprezzare più quello che di vero esiste ancora. Nonostante le brutture, a dispetto dell’egoismo, malgrado la mancanza di coraggio, la vita è ancora in grado di sorprenderci.

Non farò alcun nome, perché loro sanno.  C’è lei, l’altra metà del mio animo inquieto. Ci sono loro, i fratellini della confraternita, presenti anche nell’assenza. Ci sono i nuovi incontri, fatti di complicità e risate. E c’è chi resta sempre al mio fianco, nel buio e nella luce. Avevo bisogno di tempo, e per questo chiedo venia, per ridare il giusto valore alle cose importanti.