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EWWA – Workshop sul Self- Publishing a Roma

Si è concluso un nuovo workshop organizzato da EWWA, l’associazione europea di professioniste al femminile, che ancora una volta ha messo a disposizione delle associate e di tutti gli interessati le proprie competenze.

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Oggi si parlava di Self- publishing: tutte le tappe che vanno dalla scrittura alla pubblicazione e promozione della propria opera. Come sempre le informazioni sono state tante e utili, spiegate in maniera chiara e professionale da Alessandra Bazardi, Babette Brown e Luana Prestinice. Era presente anche Giulia Beyman, la bravissima autrice autopubblicata le cui vendite su Amazon hanno superato quelle di Ken Follett. Io ho letto tutti i suoi romanzi e posso garantire che sono davvero molto belli.

Cercherò di riassumere in breve la quantità di indicazioni che ci sono state fornite, nel tentativo di fissarle nella memoria e di metterle in pratica. Al momento non sono una autrice Self, ma molti consigli sono utili per chiunque voglia rendere la scrittura una vera e propria professione.

Babette Brown, Alessandra Bazardi e Luana Prestinice
Babette Brown, Alessandra Bazardi e Luana Prestinice

Il primo passo indiscutibile è che il lavoro che vogliamo proporre sia un lavoro di qualità. Come facciamo a saperlo? L’autore è raramente obiettivo, e spesso poco umile riguardo le proprie capacità. Dunque è importante che si avvalga di figure professionali che sappiano consigliarlo al meglio. E alle quali lui presti attenzione. Una di queste è il Beta-reader, un lettore critico e obiettivo che non ha nulla a che fare con l’amica del cuore o un famigliare, che sappia criticare il manoscritto con fondamento, indicando le motivazioni secondo le quali non sembra funzionare. Anche l’editor ha un compito simile, cioè quello di verificare se la storia funziona, dove è da aggiustare o da tagliare. Quest’ultima operazione assomiglia ad un intervento a cuore aperto senza anestesia per lo scrittore, ma assolutamente indispensabile per avere la qualità a cui il lettore ha diritto. Un’altra figura importante, di cui ci ha parlato con grande competenza Carlo Animato, è quella del correttore di bozze. Un lavoro di grande diplomazia perché, come ci spiegava Carlo soprattutto riguardo la punteggiatura, spesso il suo ruolo consiste nel consigliare allo scrittore delle soluzioni che non sempre quest’ultimo desidera ascoltare.

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Superato con successo questo primo filtro l’autore ha di fronte a sé altri passaggi affatto semplici. La scelta del titolo, della cover, che dev’essere originale, coerente e vistosa (quante risate ci siamo fatti con Babette Brown e le cover più assurde che ci ha mostrato con il suo piccante senso critico), la preparazione della quarta di copertina, breve, efficace e d’impatto tanto da catturare l’attenzione del lettore. La sinossi è un altro momento critico: io personalmente faccio sempre molta fatica a scrivere in modo conciso ed esaustivo la trama del mio romanzo, ma anche per questo, per fortuna, esistono gli esperti!

Quando il nostro romanzo/prodotto – su questo punto sono state molto severe: il manoscritto deve essere considerato un prodotto da promuovere – è finalmente confezionato, possiamo decidere se pubblicarlo solo in formato digitale ( tre sono i tipi: ePub, mobi e PDF) oppure anche in cartaceo, visto che esistono diverse piattaforme che offrono questo servizio. Quella è una scelta soggettiva: il cartaceo di solito può servire per le presentazioni, ma è comunque un lavoro non da poco realizzarlo. Le piattaforme digitali ci forniscono il prodotto stampato ma noi dobbiamo preoccuparci che sia ben impaginato e corretto in tutte le sue parti. Proprio per questo hanno consigliato di farsene mandare una prima copia in visione, in modo da verificare la qualità del lavoro.

Finalmente il nostro pargolo ha preso il volo. In quanto self-publisher possiamo seguire

Gli interventi del pubblico.
Gli interventi del pubblico.

l’andamento delle vendite, fare dei periodi promozionali, correggere in un secondo momento eventuali refusi che ci erano sfuggiti. E possiamo anche iniziare a sognare la possibilità di vederlo pubblicato in una lingua straniera.

Lori Hetherington, la nostra brava traduttrice EWWA, ci ha parlato di questa opportunità. Siccome è un investimento a tutti gli effetti Lori sottolineava l’importanza di identificare in primis qual è lo scopo per il quale desideriamo farlo tradurre. Dobbiamo avere bene a mente il nostro obiettivo e come perseguirlo, altrimenti buttiamo via tempo, energie e soldi. Il lavoro tra autore indipendente e traduttore è un lavoro di squadra, ci dev’essere intesa affinché si raggiunga un ottimo prodotto finale. A volte il traduttore può anche aiutare lo scrittore a promuoversi nel paese dove si desidera vendere.

Ultimo passaggio, non meno importante e soprattutto impegnativo, è quello della promozione. Il consiglio è quello realizzare una programmazione dettagliata sulla promozione del libro, che deve già iniziare sei mesi prima dell’uscita. Babette ci ha tenuto a ricordarci che, insieme al libro, l’autore vende anche se stesso, quello che diventerà il suo brand. Non dobbiamo avere timore di scrivere a chiare lettere il nostro nome sulla copertina del libro. Dobbiamo gridarlo al mondo che siamo noi gli autori di quel bel manoscritto. Io ho ancora molte difficoltà in proposito, lo ammetto, ma abbiamo una squadrone di professioniste che non lesinano sani calci nel sedere quando ci vogliono.

imageIn conclusione un’altra intensa giornata di arricchimento. Esco dalla sala sempre un po’ stordita: metabolizzare tutte quelle notizie non è immediato e la sensazione che ventiquattro ore non siano comunque sufficienti per fare tutto mi segue fino a casa. Ma gli stimoli sono stati tanti, l’entusiasmo è stato rinfocolato e, con pazienza e determinazione, i risultati arriveranno.

Rivedere alcune di quelle splendide persone è il valore aggiunto a queste giornate.

A presto!

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