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Il Principe Pirata e il fascino del Salento

E’ stato amore a prima vista, quello con il Salento. Quando arrivi in auto, lungo la strada che corre quasi a picco sul mare, non puoi fare a meno di spalancare gli occhi e lasciare che i colori si imprimano nelle retine e nella memoria. I contrasti sono forti, selvaggi. Il mare turchese, la spuma bianca delle onde che si gettano ostinate contro le falesie, taglienti e tenaci, il rosso della terra che si stende fino all’orizzonte, punteggiata da ulivi verdi e muretti in pietra che sembrano rincorrersi tra gli alberi. E i piccoli borghi di case in pietra bianca, e le torri di avvistamento lungo la scogliera che ci raccontano di invasioni turche, galeotte gremite di corsari, di vita e di morte, di sangue e di passione.

Come potevo non ambientare qui una delle mie storie? Impossibile resistere. E cosi nasce  Il Principe Pirata pubblicato da Emma Books e in uscita proprio oggi su tutti i webstore a 1,99 euro. Un romanzo breve, o 12241070_981751421881850_7075730019637652879_oracconto lungo, che ci porta nel 1480, quando il Salento faceva parte del Regno di Napoli. Il suo sovrano, Re Ferdinando I d’Aragona, dal momento in cui salì al trono e sconfisse i Baroni, soprattutto pugliesi, che avevano congiurato contro di lui, garantì al Regno vent’anni di prosperità. Rafforzò lo Stato, i commerci, ampliò le libertà dei sudditi e, mentre premiò la lealtà di coloro che gli erano stati sempre al fianco, fu brutale con chi lo aveva tradito. Ma le lotte intestine, e le continue e dannose incursioni dei corsari ottomani, finirono per minare la sua forza e la stabilità del Regno. Nel 1480 i corsari attaccarono Otranto e, dopo due settimane di assedio, la espugnarono. Uccisero tutti gli uomini sopra i quindici anni, rapirono i bambini per farne schiavi e trucidarono più di 800 persone perché si rifiutarono di rinnegare la religione cristiana. I Turchi rimasero a Otranto quasi un anno prima di venire ricacciati in mare. Fortificarono la città e ne fecero la base per scorrazzare indisturbati per tutto il Salento.

88460663E’ in questo contesto che ho ambientato la storia di Isabella e Haydin. La grotta della poesia, il luogo dove si incontrano per la prima volta, esiste davvero ed è un luogo incantevole. Alcuni dei personaggi sono esistiti veramente, anche se la paternità di Isabella che ho attribuito al Duca Raimondo del Balzo è un’invenzione (non che il nobile non avesse avuto la sua parte di figli illegittimi!). Anche il capo dei corsari ottomani Gedik è esistito veramente, e non è così improbabile che abbia cresciuto Haydin. Ma anche questa è finzione.

Haydin e Isabella sono frutto della mia fantasia, e degli stimoli di quella splendida terra. Spero anche voi riuscirete a vedere, tra le righe, i colori del mare, ad annusarne il forte odore di salsedine, a sentire la brezza estiva tra i capelli, e a vivere la passione proibita che scoppia tra i protagonisti. Buona lettura!

“Isabella, figlia illegittima del Duca di Nardò, vive con la madre nel Castello di Roca, in Salento. I colori vividi di quella terra selvaggia rispecchiano la sua indole ribelle e caparbia. Durante una delle sue brevi fughe alla Grotta della Poesia, una baia solitaria dalle acque cristalline, Isabella incontra Haydin, corsaro affascinante e tenebroso. Il nascondiglio di Isabella è dunque ora violato, la serenità turbata dalla scintilla della passione, mentre la tranquilla vita di Roca è sconvolta dalle incursioni dei Turchi. L’attrazione tra la giovane e il pirata che esplode con violenza è troppo rischiosa per entrambi, ma il desiderio tenace che contrae lo stomaco e lascia senza parole è impossibile da dimenticare…”