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1957 chilometri di felicità.

Molti di voi avranno percorso più di una volta l’autostrada A14 che corre lungo tutta la costa adriatica fino in Puglia. E’ un nastro di raso ondulato che costeggia quasi sempre il mare e, anche le poche volte che vi si allontana, non lo perde mai di vista. In alcuni punti sprofonda in lunghe gallerie che tagliano le colline e spesso, appena riemergi alla luce del sole, ti ritrovi il mare quasi sotto le ruote e trattieni il fiato dallo stupore.

Dall’altro lato, invece, si susseguono morbidi rilievi ricoperti da una ricca vegetazione, campi ordinati e distese di girasoli. Qua e là sorgono i centri abitati i quali, a seconda della regione, hanno colori e fattezze differenti.

Mano a mano che si scende verso sud, senza nemmeno il bisogno di guardare le indicazioni, ci si accorge di essere in Abruzzo perché la strada è abbracciata da lunghe file di oleandri fioriti. Io amo gli oleandri: mi fanno pensare al mare, al sole, al caldo dell’estate.

Distratta dalla bellezza del paesaggio ti accorgi a malapena di essere entrata in Puglia. Ma basta guardarsi attorno e il panorama è Nardò S (15)all’improvviso più brullo e pianeggiante, sui pochi rilievi spiccano borghi di un bianco accecante e poi distese infinite di ulivi coi loro tronchi contorti e la chioma verde che spicca sulla terra rosso cupo, lunghi muretti in pietra a secco che serpeggiano tra loro e il mare i cui colori spaziano dal blu al verde acqua marina.

A dispetto del caldo torrido e degli ottocento chilometri di strada appena percorsi, mi sono sentita in pace: finalmente ero tornata.

Sono molte le ragioni per le quali tornare in Salento è statoIMG_3128 un’esperienza preziosa e importante. Ormai molti di voi sapranno che il mio ultimo romanzo, La Finestra sul Mare, è ambientato proprio in quest’angolo di Italia.

L’ultima volta che sono stata qui i profumi, il vento, i colori e la gente mi avevano stregata, da qui il desiderio di sceglierlo come ambientazione.

Nel romanzo ho cercato di trasmettere le sensazioni che mi avevano colpito, l’atmosfera che avevo respirato, il fascino degli spazi infiniti e silenziosi.  Ho scattato centinaia di foto nella speranza che, una volta a casa, queste mi aiutassero a non dimenticare nessun dettaglio. Sono passati tre anni da allora, la storia di Viola, Aris e Nico è nata, si è sviluppata e conclusa e il romanzo ha visto la luce il 14 giugno 2016.

Nardò S (7)Tornare in Salento per presentarlo, spiegare alla gente il perché della scelta della loro terra, io che non sono nata in Puglia e non ho nessun legame di sangue con la gente del posto, mi ha creato un po’ di tensione oltre che tanta emozione. Ma è quest’ultima che sembra essere trapelata durante la serata alla Libreria Icaro di Lecce, o almeno è quello che mi hanno fatto notare le persone presenti. Questo è il massimo che potessi desiderare. Non è sempre facile spiegare come ci si sente dopo che per mesi si è trascorso buona parte del proprio tempo immersi nella storia che si sta scrivendo. Anche quando ci si dedica ad altro, i personaggi, i loro pensieri, i luoghi nei quali si muovono sono sempre parte di te.

Questa volta ho vissuto il Salento non solo con i miei occhi, ma anche con quelli dei miei protagonisti. Ed è stato come vivere un sogno ad occhi aperti.

Mi sono presa il tempo per attraversarlo da costa a costa e devo direNardò S (16) che non tutta la bellezza si concentra sulle scogliere che si immergono tra le onde, sulle dune che scivolano morbide in un mare di un azzurro quasi irreale o sugli splendidi borghi che si affacciano sulle baie. L’entroterra è altrettanto affascinante ed è d’obbligo percorrerlo sulle strette strade di campagna: lunghi rettilinei tracciati con il righello che si perdono all’orizzonte. A destra e a sinistra non solo ulivi, ma fichi d’india, oleandri, bouganville e vigneti bassi e fitti di un verde brillante. Sono numerose le masserie che spuntano in mezzo a tanta Nardò S (18)vegetazione. Ci sono i piccoli gioielli ristrutturati e quelle che hanno invece mantenuto il loro uso originario, ossia piccole fattorie contadine ancora abitate. E poi ci sono i ruderi, che pian piano stanno scomparendo ma che sono i miei preferiti, perché conservano un fascino e una magia che parla di tempi lontani e sconosciuti.

Mentre scrivo guardo il cielo che si è fatto improvvisamente grigio. Le nuvole che questa mattina erano soffici batuffoli appesi sullo sfondo celeste ora si sono addensati e scuriti. Da una parte intravedo il mare oltre le dune basse ricoperte da una fitta vegetazione: il suo colore sembra ancora più intenso sotto questa luce foriera di tempesta. Dall’altra invece un raggio di sole ha bucato la coltre grigia e punta deciso su un paese di case basse e squadrate il cui colore bianco, adesso, è quasi accecante.

La mia piccola vacanza sta per terminare ma sono ancora così tanteTrani (16) le cose che vorrei vedere! Grazie a Floriana Amoruso, l’autrice di una delle più belle recensioni al mio romanzo, ho potuto visitare anche Trani, la città della pietra bianca: un piccolo gioiello che probabilmente mi sarei limitata a guardare dall’autostrada nel viaggio di ritorno. Ma soprattutto ho goduto dell’ospitalità e della solarità di una persona che non mi conosceva nemmeno, ma mi ha accolto come se fossi una di famiglia. (http://labibliotecadellibraio.blogspot.it/2016/07/trame-e-opinioni-la-finestra-sul-mare.html)

Libreira Icaro (6)Tutta la mia gratitudine e il mio affetto vanno a chi ha permesso questo viaggio: Sara Foti Sciavaliere dell’Associazione Morfè di Leverano. È lei che ha organizzato l’incontro letterario ed è stata una bravissima moderatrice. Ma è soprattutto una persona dolce, intelligente, umile a accogliente. (http://www.agorart.net/la-finestra-sul-mare-sabrina-grementieri-recensione/)

Non sono forse mille i motivi per i quali il Salento è una terra meravigliosa?

Per una volta, e con grande soddisfazione, posso dire di essermene goduta ogni istante. Purtroppo uno dei miei difetti è l’irrequietudine: mentre faccio una cosa penso già a quella che vorrei fare dopo, e se non c’è il tempo o il modo divento inquieta. La scrittura mi aiuta anche in questo: mi permette di vivere con la mente luoghi che ho amato e vorrei rivedere, oppure di immaginare posti in cui ancora non sono stata ma che sono certa mi piacerebbero tantissimo.

Scrivere e leggere per allargare gli orizzonti, viaggiare e conoscere anche senza potersi muovere. Non potrei mai rinunciare a tutto questo. Ai mille istanti di felicità racchiusi tra le pagine di un libro.