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Tempo di Libri a Milano: primo round.

Come al solito, quando si fa ciò che si ama, il tempo scorre veloce. Così è stato negli ultimi tre giorni trascorsi a Tempo di Libri, la prima edizione della manifestazione dedicata ai libri in quel di Milano.

L’esordio di questo nuovo evento non è stato proprio brillante. Non che la cosa non fosse, almeno in parte, prevedibile. Il primo appuntamento di una nuova manifestazione porta con sé sempre molte incognite e ci vuole del tempo perché l’intera macchina funzioni a pieno regime. Di certo la scelta di questo lungo weekend, vicino al ponte del 25 Aprile, non è stata molto felice. Ma credo che non siano le due uniche ragioni per cui mercoledì e giovedì i padiglioni erano vuoti. Venerdì le corsie hanno cominciato a prendere vita e sabato erano piacevolmente piene (immagino anche domenica, ma io ho dovuto abbandonare la nave). Non sono competente per analizzare i pro e i contro della scelta di sdoppiare questo importante incontro: mi sarei forse aspettata qualcosa di differente, invece di ritrovarmi all’interno di un piccolo Salone del Libro di Torino. Stessa organizzazione, stessa disposizione, stesse diciture. Tutti sappiamo quanto bisogno ci sarebbe di eventi legati alla diffusione della cultura, ma trovo che avrebbero più successo se l’offerta fosse differenziata.

Per quanto mi riguarda, sono state tre splendide giornate. Ho potuto assistere in tutta tranquillità a presentazioni e conferenze molto interessanti. Ho incontrato persone che vedo solo in queste occasioni, oppure addirittura che conosco solo tramite i social. Mi sono confrontata con tante colleghe, abbiamo fatto progetti, sogni e discussioni. E ci siamo sentite un po’ meno sole in questo mondo difficile e in continua evoluzione.

Ho avuto anche la possibilità di incontrare due autori che seguo da anni, Leslie Lokko e Wulf Dorn, ascoltare dalla loro voce il perché della passione che ci accomuna, qual è il loro modo di scrivere, da dove traggono ispirazione per le loro storie e scoprire che sono persone molto disponibili e divertenti.

Ho portato a casa ben undici libri, di cui sette autografati, rischiando di doverli spedire perché in valigia non ci stava più neppure un capello. E ho mancato anche alcuni incontri ai quali avrei partecipato volentieri, perché gli impegni erano tanti, e anche perché le cose che mi interessavano di più erano sempre tutte accavallate!

Il resoconto è, dunque, positivo. Quando rischio di diventare troppo cinica e solitaria, grazie a queste occasioni devo ricredermi. Ci sono ancora molte persone incredibili là fuori. Intelligenti, stimolanti, umili, disponibili e tenaci. E che ti lasciano sempre qualcosa di prezioso e indelebile.

Per quanto riguarda altre novità, devo lasciarvi in sospeso ancora un po’. Ma ci stiamo lavorando. A presto!