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Non solo bella…così dice Babette Brown!

E’ la seconda volta che ho l’onore di essere intervistata dalla spumeggiante Annamaria Lucchese, in arte Babette Brown, la quale,  per l’uscita de La finestra sul Mare, mi aveva sorpreso con una recensione in anteprima del romanzo pubblicata proprio il giorno del mio compleanno.  (http://babettebrown.it/anteprima-la-finestra-sul-mare-di-sabrina-grementieri/)

Non c’è molto che voglia aggiungere a quanto già confessato nel corso dell’intervista. Quindi ve la copio qui di seguito e vi lascio alla lettura!

Oggi, è con noi Sabrina Grementieri, autrice che ama le ambientazioni nostrane e le protagoniste volitive.

Sabrina, hai tre grandi passioni: leggere, scrivere e viaggiare. Cominciamo con la prima. Quali sono gli autori che preferisci? E quale genere, o quali generi, scegli?

Buongiorno Babette. Sebbene non sia la prima volta che mi La finestra sul marerivolgono questa domanda, mi trovo sempre un po’ in difficoltà. Non ho un autore preferito, e nemmeno un genere. Sono molto curiosa e, a seconda dell’umore, leggo cose differenti. Che, come mi è capitato, la prima volta magari mi appassionano e se le rileggo a distanza di tempo non hanno più lo stesso fascino. L’esempio che ricordo meglio sono I Promessi Sposi: la prima volta li ho trovati una noia assoluta. Poi li ho riletti dopo anni e mi sono piaciuti da impazzire. In realtà una preferenza ce l’ho: genere giallo e thriller. Quando ho proprio bisogno di una lettura che mi faccia staccare davvero sono quelli che scelgo per primi. Da Agatha Christie (di cui ho tutta la collana) ai più recenti Michael Connelly, Jeffrey Deaver, P.D.James, Mary Higgins Clark, Wulf Dorn, Kathy Reichs, James Patterson, Lee Child. Mi piacciono gli scrittori scandinavi, anche se ogni volta che inizio un loro romanzo mi dico: no, questa volta non mi piace proprio. Troppo lento e cupo. Poi finisce che alle due di notte sono ancora lì a leggere. Ho quasi tutti i romanzi di Wilbur Smith e John Grisham, ma mi piacciono molto anche Camilleri, Valerio Massimo Manfredi e Carla Maria Russo. Mi piacciono Jane Austen, le sorelle Bronte e Charles Dickens. Da ragazzina poi adoravo Rosamunde Pilcher: ora che ci penso forse è nato allora il mio amore per le ambientazioni.

 2Q==-1Scrivere: spazi dal romance contemporaneo a quello storico. Vuoi presentarci una carrellata dei tuoi libri? Magari, cominciando con quello dell’esordio, “Una seconda occasione”?

Per la verità nello storico ho fatto giusto una capatina, ma mi è piaciuto davvero molto!

Quando ho scritto Una Seconda Occasione pensavo che sarebbe stato l’ennesimo romanzo che avrei chiuso nel cassetto insieme agli altri. Non ho mai pensato davvero di pubblicare, scrivere per me era importante quanto leggere, o respirare. Una cosa personale, intima, che mi faceva stare bene. Poi però, come ho imparato più tardi, l’ormone dei 40 anni fa degli strani scherzi, e mi sono ritrovata a spedirlo a una piccola casa editrice digitale. E da lì è iniziata l’avventura. Il secondo romanzo è uscito l’anno successivo, il 2013, sempre con la stessa casa editrice. Noccioli di Ciliegie è ambientato, come tutti, in Italia, in una regione che amo in modo particolare, l’Alto Adige. Anche questa non è solo una storia d’amore, ma di vita: di rapporti umani, di amicizia, di parentela. Ci sono ostacoli, paure, amicizie e invidie, tutto ciò in cui ci possiamo facilmente immedesimare.

Celeste era il Mare fa parte della collana Youfeel di Rizzoli. Ero appena rientrata dalla Sicilia e, quando si è palesata questa opportunità, la storia è nata da sé. Una bella esperienza, quella con Youfeel. Soprattutto per il sostegno e l’energia che ho respirato tra le colleghe.

Il mio romance storico è uscito nel novembre 2015 con Emma Books. Il Principe Pirata nasce da un racconto arrivato finalista a un concorso, e che chiedeva di essere ampliato. La parte della ricerca storica è stata una delle mie preferite, nonostante ci abbia impiegato cinque volte il tempo di scrittura. Ma non mi dispiacerebbe ripetere l’esperimento.

E veniamo all’ultimo nato, La Finestra sul Mare, pubblicato il 14 giugno da Sperling & Kupfer. Il primo vero passo nel mondo dell’editoria tradizionale. Questa avventura la sto vivendo in pieno proprio ora, e al momento mi sta regalando belle soddisfazioni.

2Q==Terza passione: i viaggi. Dove e perché?

Andrei ovunque. Sono curiosa, irrequieta e alla continua ricerca di stimoli. Sono più attratta dai monti che dalla pianura, e dal freddo rispetto al caldo tropicale. Ma ho attraversato la piatta e semi deserta Aragona e mi è piaciuta moltissimo. Ho lasciato un pezzo di cuore in Scozia e ho ammirato, mentre boccheggiavo, la vegetazione rigogliosa della Thailandia. Sono sicura che troverei qualcosa di affascinante ovunque. Al momento, non potendo fare lunghi viaggi lontani, mi sto dedicando all’Italia. Sapevo già quanto fosse bella, grazie anche ai miei genitori che fin da piccola me l’hanno fatta girare quasi tutta. Ma, per esempio, la Campania mi era sfuggita, e ho appena scoperto quanto sia meravigliosa. Ho ancora così tanto da vedere, e solo una vita!

Sei laureata in Scienze politiche a indirizzo internazionale. Il tuo lavoro, scrittura a parte, è la conseguenza di questa laurea, oppure hai cambiato completamente i tuoi obiettivi?

I miei lavori, perché non ne ho uno tradizionale, non hanno mai avuto molto a che fare con la mia laurea. Se non per le lingue straniere (sono diplomata in lingue e le ho portate avanti anche all’Università). Avendo vissuto in Germania ogni tanto aiuto l’azienda di un amico come interprete.

Il lavoro che mi è durato di più è stato in un negozio di articoli di artigianato etnico e arredamento. Sono stati otto anni davvero fantastici e ho scoperto una spiccata indole organizzativa. Quando ho chiuso l’attività ero appena diventata mamma e ho scelto dei lavoretti part time per seguire i bambini e l’attività di famiglia. Dunque ora, oltre al resto, sono insegnante di ginnastica e nuoto.

Immagino che tutto questo la dica lunga sul mio carattere!

51dnPM+wbJL._SX331_BO1,204,203,200_L’approccio alla scrittura: mi piace immaginare l’autore nella sua intimità. Il luogo in cui scrive, gli strumenti. Dove e con che cosa scrive Sabrina Grementieri? Hai bisogno di solitudine, di isolarti?

Sì. Ho bisogno di solitudine. Invidio molto alcune colleghe che riescono a scrivere ovunque, anche in pieno caos familiare. Io divento una iena. È vero che, quando la storia è già avviata e io ne sono completamente immersa, allora posso scrivere anche con i bambini che strillano nell’altra stanza. Ma devo essere già avanti coi lavori.

Devo imparare a dettare a voce le mie storie, perché i momenti in cui creo meglio sono quelli in cui guido. Sono capace di partire e macinare chilometri accompagnata solo dalla musica, e in quei momenti le storie scorrono fluide e avvincenti.

Alla fine scrivo sempre in casa. Nella cameretta di mio figlio grande. In origine era il mio studio, poi alla sua nascita mi sono trasferita in un’altra stanza, ma pian piano sono tornata lì. Per ora lui ci dorme solo, è piccolo e non è interessato ad avere uno spazio tutto suo. Ne approfitto finché non verrò sloggiata di nuovo!

51Npsz-9imL._SX373_BO1,204,203,200_Hai pubblicato sempre con una Casa editrice. Il self non ti attira? Che cosa pensi del SP?

Devo essere sincera: al momento della pubblicazione del primo romanzo non ci pensavo proprio. Non conoscevo il mondo dell’editoria, le sue dinamiche e gli strumenti e la mia cronica insicurezza mi diceva che era necessario che qualcuno con cognizione di causa (un editore in questo caso) mi dicesse se quello che scrivevo e come lo facevo aveva un senso.

Adesso so anche di essere stata molto fortunata: ho incontrato una vera professionista che, insieme ai suoi collaboratori, mi ha sempre sostenuto e incoraggiato.

Poi, grazie a EWWA, ho continuato a imparare e migliorarmi e ho avuto l’opportunità di arrivare a Emma Books, Rizzoli e ora Sperling & Kupfer.

Penso che il Self Publishing sia una buona opportunità per affacciarsi IMG_2515al mondo dell’editoria. Come lo è per chi scrive già da tempo, ha dei lettori affezionati e vuole gestirsi in completa libertà. È un lavoro duro e impegnativo e chi lo fa con professionalità e rispetto ottiene dei risultati. Per quanto riguarda la fase promozionale, credo di potermi considerare da tempo io stessa una self. Sono presente nei social, mi promuovo on line e anche fisicamente con presentazioni, articoli sui giornali e brevi apparizioni in tv. Solo questo è un lavoro a tempo pieno.

L’idea del self ha il suo fascino, ma non mi sento ancora pronta. Mi sono trovata bene con le varie case editrici con cui ho collaborato, e la editor che ho trovato in Sperling è il sogno di ogni scrittrice. Con tutti i limiti che impone un rapporto con un editore tradizionale di quelle dimensioni, al momento mi auguro che Sperling & Kupfer mantenga la sua fiducia nel mio lavoro.

E comunque in quasi mezzo secolo di vita una cosa l’ho imparata: mai dire mai.

 

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