Brunico e gli incontri con l’ autore.

Quest’anno il mio soggiorno in montagna mi sta riservando delle bellissime sorprese. A dispetto di tutti i bastian contrari che al grido di: “Ma cosa fai in montagna tutto il tempo, delle camminate?“ snobbano questi posti incantevoli preferendo (non tutti, per fortuna) spiagge affollate, posso sostenere con orgoglio che, qui, di cose, ce n’è davvero tante da fare.

Ci sono le escursioni, naturalmente. Chilometri infiniti di piste ciclabili. Piscine e centri benessere. Ci sono locali per aperitivi e ristoranti che non hanno nulla da invidiare a nessuno. C’è anche il sole, fin troppo caldo che, intervallato da frequenti temporali, regala però un’abbronzatura da sogno.

E poi ci sono le feste di paese, i concerti di musica classica e moderna. E le rassegne letterarie. Proprio di queste ultime vorrei parlare, non perché ne ho preso parte, ma perché ho avuto l’occasione di incontrare e conoscere autori straordinari.

Sabato 3 Agosto è stato il turno di Renzo Caramaschi, Sindaco di Bolzano nonché autore de Il Sigillo d’Ambra, sua ultima fatica pubblicata con Mursia Editore. È un uomo molto simpatico, ho avuto modo di constatarlo durante la nostra prima telefonata, e un eccezionale narratore: è difficile fermarlo, anche da parte di uomini esperti quale Alberto Faustini, il Direttore de L’ Adige che lo ha intervistato.

Un altro grande oratore è Giancarlo De Cataldo. Non lo avevo mai incontrato, sebbene sapessi chi era: magistrato, scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, autore di Romanzo Criminale e Suburra.

Intervistato dal giornalista Marco Pellizzari, ha ammesso di essere nato romanziere. Figlio di professori, ha iniziato molto presto a leggere. Quando uno zio lo portò a vedere al cinema Le verdi bandiere di Allah, tornò a casa e si mise subito a scrivere il suo primo racconto. E da lì decise che avrebbe fatto lo scrittore.

Il romanzo che ha presentato in questa occasione è Alba Nera, la sua ultima fatica pubblicata da Rizzoli.

Alba Doria è un commissario di polizia capace di manipolare alla perfezione le persone. È abile e scaltra, una descrizione che potrebbe caratterizzare sia i criminali più efferati, sia coloro che sono riusciti a scalare i vertici della società. Alba è totalmente assorbita dalla sua scalata al successo. Dal passato , però, ritorna un serial killer che tutti pensavano morto. Il commissario Doria dovrà quindi fare i conti con una storia che pensava essere chiusa per sempre. Non solo. Ritornano dal suo passato anche il dottor Sax, funzionario dei Servizi freddo e amante della musica jazz, e un riottoso e tormentato poliziotto chiamato il Biondo, con il quale Alba aveva avuto in precedenza una relazione. In “Alba nera” solo il commissario Doria, potrà rischiarare le tenebre di una Roma che ricorda molto una città sudafricana.”

Alba, la poliziotta protagonista, è affetta da un disturbo della personalità chiamato Triade Oscura, ossia un misto di narcisismo, sociopatia e abilità manipolatorie. Questo disturbo potrebbe diventare una risorsa? E Alba è capace di sentimenti quali l’amore? A entrambe le domande De Cataldo ha risposto in maniera affermativa.

Un altro protagonista, anche lui poliziotto, è un amante della musica Jazz. De Cataldo prende lo spunto per raccontarci che la musica, di per sé, è al confine dell’eversivo. Da Platone in avanti questa idea è ben radicata. Il Jazz, per di più, è considerata una delle più pericolose forme musicali esistenti,  perché la più liberatoria e anarchica.

Pellizzari chiede ancora a De Cataldo se ha attinto materiale dalla sua attività di magistrato della corte di Assise. E lui ci ricorda che moltissimi autori lo hanno fatto. Balzac e Dostoevskij frequentavano le aule dei tribunali per assistere ai processi e ricavarne materiale narrativo.

Tolstoj era giudice popolare, e la sua opera Resurrezione gli fu raccontata da un amico giurista. Anche Conan Doyle è stato “aiutato” da fatti realmente accaduti. Il suo primo romanzo su Sherlock Holmes, uscito nel 1887, non ebbe molto successo. Il 1888 è l’anno in cui Jack Lo Squartatore terrorizza l’Inghilterra: la popolazione ha paura e desidera più protezione da parte delle forze di polizia. Quando nel 1890 Doyle pubblica il secondo romanzo con protagonista Sherlock Holmes, riscuote un enorme successo.

Questo per dire che la realtà è sempre grande fonte di spunti letterari. De Cataldo sostiene che, assistendo a processi quotidiani, più che le storie di per sé, lui presta attenzione alle reazioni umane in quelle particolari condizioni, che sono di forte stress e tensione.

In un paio di occasioni l’autore ha accennato alla sua conoscenza con Camilleri, riportandone aneddoti e consigli. Come alzarsi in piedi di fronte al pubblico all’inizio di ogni presentazione, in segno di rispetto per coloro che si sono presi il disturbo di uscire di casa, magari comprare il libro e leggerlo. Riesco proprio a immaginare l’espressione  del Maestro mentre pronuncia questa parole.

In ultimo si è parlato di una sorta di comunità di scrittori, di cui De Cataldo farebbe parte insieme a Carlotto, Carofiglio, Lucarelli, ma anche autori più giovani come Ilaria Tuti e Luca D’Andrea. Un gruppo di persone che si confrontano, si consultano, collaborano e sbagliano insieme. Ma soprattutto, crescono insieme. L’autore ha citato Samuel Beckett:”Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.”  Aiutarsi l’un l’altro è anche un modo per non arrendersi di fronte ai fallimenti.

Da quando mi sono affacciata al mondo della scrittura, la vicinanza e la collaborazione con altri scrittori sono stati, per me, frutto di grande crescita. Umana e professionale. Ho apprezzato sentire, da una voce così rilevante, che è una pratica comune anche tra i grandi nomi.

L’Associazione culturale Il Telaio di Brunico ha ancora in serbo altri incontri con autori: ho segnato le date. Questa vacanza si sta mostrando migliore delle aspettative, che erano alte già in partenza.

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