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C’ERA UNA VOLTA – E dopo Carosello tutte a nanna.

E’ con entusiasmo e un po’ di timore che ho partecipato con un mio racconto alla prima Antologia di Ewwa. Più di ottanta tra socie e associate che hanno voluto condividere la propria esperienza e i propri ricordi legati alla Rai in occasione dei suoi sessanta anni. Vi riporto qui sotto l’introduzione della raccolta e uno stralcio del mio racconto. Buona lettura.

carosello-e1415784708221“I 60 anni della Rai ci sono sembrati una splendida occasione per realizzare qualcosa che ci rappresentasse e fosse il simbolo di quello che volevamo promuovere e sostenere, tutte insieme” spiega Elisabetta Flumeri, presidente di EWWA nella prefazione all’antologia. “L’idea si è concretizzata nell’Antologia E dopo Carosello tutte a nanna. Storie di donne e mamma Rai: racconti brevi, allegri, tristi, ironici, nostalgici, teneri, impegnati, che fanno sorridere, pensare e commuovere, che ci mostrano come la Rai sia stata protagonista del nostro immaginario, di bambini, prima, di adulti, poi. E come l’icona “Carosello” abbia rappresentato per molte di noi la linea di demarcazione tra infanzia e adolescenza, lasciando un ricordo indelebile legato a gingle indimenticabili, colonna sonora dei nostri ricordi.”

La partecipazione al progetto è stata entusiastica e su base esclusivamente volontaria: più di ottanta autrici – tra socie e associate, famose ed esordienti – si sono messe in gioco e hanno dato il loro prezioso contributo. Non c’è stato nessun criterio di selezione. I titoli dei racconti che troverete nell’indice dell’antologia seguono rigorosamente l’ordine alfabetico dei cognomi di chi li ha scritti, a sottolineare ancora una volta che la struttura di EWWA è una rete a cui tutte le socie sono ugualmente interconnesse.
Syusy Blady, oggi socia onoraria non per caso, frequentatrice assidua degli eventi EWWA, nonché testimonial del progetto, ha scritto nella sua introduzione all’antologia: “La tivù è stata la mia istitutrice, mi ha dato informazioni che forse non mi sarebbero arrivate, mi ha dato aspirazioni che forse non avrei avuto, mi ha fatto vedere il mondo ed è diventata il mio mezzo di comunicazione ideale. Era inevitabile che poi la volessi fare davvero da grande. ”

 

 

C’ERA UNA VOLTA…

La casa profumava di biscotti. L’aroma si sprigionava dalla cucina e fluiva nelle stanze come una scia magica e densa. Non si sentiva una maga dei fornelli, ma quando cucinava i biscotti, il forno diventava la lampada di Aladino e il genio si materializzava negli ambienti sotto forma di zucchero, vaniglia e cioccolato. Lucia sorrise, ricordando quante volte aveva raccontato quella fiaba alle bambine, i loro occhi sgranati che sbucavano dalle coperte del letto, il silenzio della cameretta spezzato dalla sua voce appassionata.
Negli ultimi tempi le accadeva sempre più spesso di smarrirsi nei ricordi. Era andata in pensione, aveva visto i nipotini nascere e crescere e aveva iniziato a paragonare le diverse generazioni. Non che le piacesse esordire con: “Ai miei tempi” . Quando se ne accorgeva, si mordeva la lingua per tacere. Ciononostante accadeva e tutto questo ricordare la rendeva un po’ malinconica. Strilli concitati interruppero le sue riflessioni. Si asciugò le mani sul grembiule e raggiunse i bambini nell’altra stanza. Filippo, sette anni, stava cercando di strappare il telecomando dalle mani del fratellino Mattia, cinque, il quale scalciava come un ossesso per impedirglielo. «Cosa succede qui?» domandò, afferrando al volo l’oggetto del contendere. «Vuole decidere sempre lui!» gridò il piccolo in lacrime. «Non è vero, è mezz’ora che guardiamo Peppa Pig , adesso basta!»