I doni della scrittura.

Sono una persona ottimista. Questo non significa che non abbia anche io la mia dose di crucci e di momenti difficili: mi fanno arrabbiare e soffrire come tutti. Ho anche attraversato periodi di malinconia profonda, spesso dovuta alla cattiveria dell’essere umano. Ciò nonostante, resto una persona positiva, e parto sempre a testa alta alla ricerca del modo migliore per superare gli ostacoli, di qualsiasi natura essi siano.

Sono anche una persona molto fortunata, e ieri sera ne ho avuto l’ennesima conferma. Dopo quarantotto ore di veglia, dovute a disavventure varie, ho potuto finalmente rifugiarmi nel mio letto e, prima di lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo, ho riflettuto sugli ultimi avvenimenti. Ho pensato che la mia vita, ma sono certa che valga per tutti noi, fosse come una bilancia. Una di quelle vecchie bilance a due piatti, in ottone, sui quali sono più o meno equamente distribuiti gli eventi che il destino ha in serbo per noi. Se vado indietro di qualche mese, e metto tutto su ciascun piatto, devo ammettere che c’è equilibrio. Per quanto gli episodi negativi ci sembrino più pesanti e dolorosi da sopportare, le cose belle hanno lo stesso peso.

Sono costretta a ripetermi, ma io sono grata alla scrittura soprattutto per un motivo: le persone che mi ha fatto incontrare. Tutto ciò che sto imparando, che mi sta facendo crescere e migliorare è dovuto all’incontro con persone straordinarie. Ed è quello che è accaduto ieri sera al Teatro Michael Pacher di Brunico, dove ho presentato il mio ultimo romanzo, Il Calore della neve.

Chi mi conosce bene lo sa: amo queste valli sud tirolesi, le considero il mio paradiso terreno. Mi ci è voluto del tempo per vedere, oltre la bellezza dei luoghi, anche quella della gente. Ho ambientato due romanzi in queste valli (oltre al Calore della Neve ho scritto Noccioli di Ciliegie nel 2013) ma ero scettica (soprattutto intimorita) sulla possibilità di poterne parlare in pubblico proprio qui.

Poi ho conosciuto Ida Montanari, la presidentessa dell’Associazione Culturale Il Telaio di Brunico: donna di una eleganza e cultura senza confini. Con grande entusiasmo e disponibilità mi ha inserito nella rassegna che da anni organizza qui in città, ha letto il romanzo tessendone le lodi e mi ha fatto sentire davvero a casa.

Ieri sera mi ha presentato ai suoi amici, tra cui scrittori, giornalisti, stilisti e musicisti, che mi hanno affascinata con i loro racconti, il loro entusiasmo e la loro incrollabile energia.

Perciò, quando sono rientrata a casa, ero ubriaca di emozioni e chiacchiere. Ci sarebbe materiale per mille storie da scrivere, ma per ora le tengo strette a me. Molte non potrò nemmeno viverle di persona, ma già conoscerle lo considero un grande insegnamento.

Per concludere, poiché questo è il mio diario di viaggio, desidero togliermi una grande soddisfazione. All’evento al Teatro Pacher erano presenti molti uomini. Alcuni hanno comprato il libro, altri lo avevano già letto e mi hanno fatto osservazioni interessanti e costruttive. Addirittura un lettore mi ha fatto un appunto perché, durante la lettura, ci sono stati alcuni momenti in cui si aspettava appassionate scene di sesso che poi non ha trovato. E da lì si è scatenata una divertente discussione sulla scelta di lasciare al lettore immaginare certi passaggi o invece descriverli nei dettagli.

Questo per dire che la letteratura, classica o di intrattenimento, non fa distinzioni di sesso. Se un libro è scritto bene, è interessante e piacevole, non dev’essere discriminato perché scritto da una donna. Mi dispiace doverlo scrivere nel 2019 ma ancora c’è molto lavoro da fare. Io continuo a sostenere che il vero arricchimento sta nella diversità, di pensiero, di approccio, di animo.

 

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