Letture e colori d’autunno.

Le letture delle ultime settimane sono state variegate e, lasciatemelo dire,  improbabili.  Improbabili per me, perché molto lontane da quello che avrei scelto sulla base dei miei gusti e delle mie abitudini. Però questa volta mi sono lasciata guidare dai consigli degli amici e, soprattutto, dall’importanza di ampliare le mie conoscenze. Come avrei dovuto immaginare, sono state letture istruttive, soprattutto per chi, come me, si cimenta nella scrittura.

Non sempre, però, sono state fluide e semplici. Leggere è per me una sorta di panacea a tutti i mali. Anche nei periodi più stressanti, qualche pagina a fine serata devo leggerla, qualsiasi sia l’orario in cui riesco a raggiungere il letto. Per questo spesso scelgo libri che so che mi trascineranno nella storia, trasportandomi lontano dal mondo reale e dalle sue pesantezze.

Ogni volta che vado a prendere uno dei miei figli da scuola parto un po’ prima per trovare parcheggio e mi abbandono per una mezz’ora alla lettura. Quel giorno avevo dimenticato il libro a casa così, presa dal panico, ho aperto il cellulare nella speranza che nella app dei libri ci fosse ancora qualcosa di non letto. E ho trovato il mio amato Lee Child con il suo romanzo d’esordio, Zona pericolosa. Non ricordo nemmeno quando l’ho acquistato. L’ho letto in pochi giorni, in ogni pausa tra scuole, sport, dentista e amenità varie. Jack Reacher è il suo protagonista, un ex militare che vagabonda per le strade degli Stati Uniti e finisce invischiato in mille avventure. Bellissimo.

Le sorprese più piacevoli sono stati i libri suggeriti dagli amici. Salambò di Gustave Flaubert è quello che mi ha fatto più dannare. Una lettura difficile da portare avanti per una che ama le descrizioni spicce e incisive. Ma Flaubert è ossessionato dalle parole, che per lui devono tradursi in arte, musica, poesia. E dunque il romanzo è pieno di descrizioni puntigliose, prolisse. Chi pensa allo scrittore francese subito ricorda Madame Bovary (che io ho apprezzato molto di più), ma leggere quest’opera così differente è di certo istruttivo.

Sono poi passata a Una donna di Sibilla Aleramo. Romanzo autobiografico  scritto più di un secolo fa, è considerato il primo testo femminista pubblicato in Italia. Se non lo avessi saputo quando l’ho acquistato, non lo avrei capito dalle prime pagine, dove la protagonista sembra ben inserita nella società patriarcale in cui vive. Ma basta poco per addentrarsi nella vita e nella personalità di questa donna, forte e complessa. E bisogna leggerlo tutto per carpirne l’intensità, la difficoltà delle scelte, la lotta quotidiana per essere se stesse.

L’ultimo letto è I Fiori blu di Raymond Queneau. Un romanzo di sogni e sui sogni, dove i due protagonisti, il Duca d’Auge e Cidrolin, appaiono e scompaiono senza soluzione di continuità, mescolando epoche storiche fino ad incontrarsi e a concludere il viaggio insieme. Anche questo libro non l’avrei mai scelto d’istinto, e devo davvero ringraziare chi me lo ha suggerito. È spassosissimo, e a mia volta anch’io ne consiglio la lettura. La ciliegina è la traduzione di Italo Calvino, bellissima.

Sollevare la testa dalle pagine scritte e smarrirsi negli intensi colori autunnali della natura suscita meraviglia. Quasi che la lettura abbia, nel tempo in cui ci siamo stati immersi, reso il mondo un po’ migliore.

Margherite d'autunno

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