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Ritrovare se stessi lontano dalla “pazza folla”

Mancano pochi giorni all’uscita del mio ultimo romanzo, Il calore della neve edito da Fabbri Editori e, come è accaduto in passato, i lettori fanno domande sulla storia, l’ambientazione e, soprattutto, il perché di certe scelte. Così mi sono ritrovata a riflettere sulla mia scrittura e, dopo sei romanzi, due sono le caratteristiche che li accomunano: la protagonista femminile combattiva e sensibile e le ambientazioni.

Nell’ultima settimana ho ceduto a un invito su Facebook per postare dieci dei miei libri preferiti e, mentre curiosavo tra gli scaffali della mia libreria, mi sono capitati tra le mani alcuni titoli di Thomas Hardy e Rosamunde Pilcher, due autori inglesi di epoche differenti (la 94enne Pilcher è ancora tra noi) ma accomunati dall’amore per la natura inglese. Nei loro romanzi si parla di sentimenti e dell’importanza della natura, dove l’essere umano riesce a ritrovare se stesso. Eloquente è il titolo di uno dei libri di Hardy Via dalla pazza folla: i personaggi si muovono in un ambiente rurale che sembra lui stesso avere un’anima e all’interno del quale gli uomini sono quasi costretti a mettere a nudo la propria anima.

Lungi da me paragonare i miei romanzi a quelli di autori tanto autorevoli, quello che a loro devo è avermi aiutato a esprimere il mio amore per la natura. Ho amato molto le dolci colline scozzesi, gli spazi infiniti, i silenzi, ma ancor di più amo il nostro paese, di certo più variegato e affollato, ma con luoghi incantevoli e silenziosi dove è possibile ritrovare se stessi e la pace.

Le Dolomiti sono un luogo dove è quasi inevitabile toccare con mano l’anima della natura, e anche la propria, se abbiamo il coraggio di guardarci dentro.  Perché, se c’è una cosa che ho imparato, è che i silenzi, e con essi la solitudine, sono più difficili da affrontare di una folla, pazza o meno che sia. È da questo bisogno di quiete che nascono le mie ambientazioni: la maremma toscana, rude e selvaggia; il mare del Salento, la terra rossa e il verde degli ulivi. E ancora l’asprezza della Riserva dello Zingaro in Sicilia, accanto alla sabbia bianca e alle acque turchesi. Last but not least, lui, il Sud Tirolo. Posso trascorrere giorni interi tra quelle valli e sui monti senza mai sentirmi sola, annoiata, sperduta. Ogni volta che esco dall’autostrada e imbocco la Pustertal io mi sento a casa.

Il calore della neve è il mio secondo romanzo ambientato tra quelle vette straordinarie (Noccioli di ciliegie è stato il primo) e non è detto che, in futuro, io non mi ripeta. Tormenti, passioni, gioie e dolori sono enfatizzati dall’imponenza dei monti, dai boschi fitti, profumati e pieni di vita, dalle valli ampie e dal canto dell’acqua ed è inevitabile doverli affrontare, vivere, vincere.