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I Giorni dell’Amore e della Guerra – Carla Maria Russo

Come avevo immaginato, dopo aver letto La Bastarda degli Sforza, anche I Giorni dell’Amore e della Guerra è stata una lettura appassionante. La grande signora della romagna, Caterina Sforza, è davvero un personaggio intrigante e affascinante: dotata di una forza d’animo fuori dal comune (specialmente per una donna dell’epoca), astuta e scaltra, ha saputo condurre le proprie battaglie con determinazione e spirito vendicativo. Bella, intelligente, Rocca_di_Ravaldino_ai_tempi_di_Caterina_Sforzaenergica, è stata una delle donne più note e ammirate del suo tempo. In questo secondo romanzo la troviamo travolta dalla passione per un uomo, Giacomo Feo, che da stalliere diventerà il castellano di Ravaldino, la loro dimora. Questo amore la metterà spesso in difficoltà, perché preda di sensazioni per lei nuove e sconosciute, che la renderanno gelosa di quel rapporto anche nei confronti dei suoi stessi figli. Viene istintivo indossare i suoi panni, capire l’intensità del suo amore e i conflitti che questo crea con la sua personalità dominante e indipendente. Ancora una volta la capacità di Carla Maria Russo di tratteggiare i personaggi, le vicende e il contesto ti trascina dentro la storia, ti rende partecipe e coinvolta. E quando la lettura termina, la prima sensazione è di smarrimento e dispiacere.  Ma anche di grande ammirazione per una scrittrice che riesce ad appassionare così profondamente.

5231-Sovra.indd1488. Caterina Sforza, vedova di Girolamo Riario, signora di Forlì e Imola, non è una donna come le altre. Lo sanno bene i grandi signori d’Italia, da Lorenzo Medici a Ludovico il Moro, al papa in persona, i quali ne cercano l’alleanza non solo per la posizione delle sue terre ma anche per l’ingegno di colei che le possiede.
Nessuno può credere, quindi, ricordando Caterina, sola, dopo l’assassinio del marito, capace di sacrificare i suoi stessi figli per difendere la rocca di Ravaldino in cui si è asserragliata, che possa perdere forza e scaltrezza per colpa di un uomo.
Proprio nei giorni della rischiosissima lotta contro i nemici che hanno ucciso Girolamo Riario, infatti, Caterina incontra un uomo capace di suscitare in lei una passione così impetuosa da distoglierla dai suoi doveri e dalla sua inflessibilità. Si chiama Giacomo Feo ed è uno stalliere, un individuo indegno di lei, del suo rango, anche solo del suo interesse.
Ma la Tygre, fin da bambina, ha dimostrato a tutti di avere un carattere indomito e in quella storia clandestina e pericolosa si lascia condurre con lo stesso furore che l’ha sempre sostenuta in battaglia.
Accecata dall’amore, non si rende conto che in molti tramano nell’ombra per privarla della reggenza sulla signoria di Forlì. Spetterà a Caterina scegliere tra la vita che crede di meritare e il ruolo per cui è nata. E non sarà una scelta facile.
Attraverso le vicende di Caterina Sforza, Carla Maria Russo ci regala un affresco magistrale dell’Italia tardo-quattrocentesca, epoca di donne e uomini mai dimenticati: da Leonardo da Vinci a Ludovico Sforza, dai Borgia a Beatrice d’Este.