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Gianna Schelotto: libertà e responsabilità.

Tra gli autori della Rassegna letteraria che si è tenuta a Brunico nell’ultimo mese ho avuto la possibilità di incontrare Gianna Schelotto. L’autrice, giornalista, politica e psicoterapeuta ligure, presentava il suo ultimo lavoro,  Vorrei ma non vorrei. Tema principale del libro è l’indecisione: tutti sappiamo di cosa si tratta, molti di noi ne sono spesso vittime. Non sempre però siamo in grado di spiegare perché ci comportiamo in un certo modo, tanto meno trovare la strada per cambiare. È stato come ritrovare se stessi tra le righe di un libro, scoprire le parole che definiscono un nostro stato d’animo che noi non riuscivamo a spiegare.

La dottoressa Schelotto ci ha spiegato che, nella maggior parte delle occasioni, le decisioni non vengono prese dalla ragione ma dalle emozioni. Nelle scelte conta la sensibilità, il rispetto per gli altri e per se stessi, il bagaglio di emozioni, più che quello culturale o le disponibilità economiche, come ventilava qualcuno tra il pubblico.

Noi viviamo di scelte, non di certezze. Ma non dobbiamo lasciare che altri prendano decisioni per noi perché, in questo caso, rinunciamo alla nostra libertà. Spesso l’indecisione che paralizza è proprio la paura della libertà. Perché la libertà implica anche la responsabilità conseguente alle nostre scelte.

Per questo è importante lasciare agli adolescenti le loro libertà, ma insegnando loro a esserne responsabili. I ragazzi devono sentire la presenza dei genitori, e devono sapere di non essere sottoposti al loro giudizio, ma devono essere lasciati liberi di scegliere.

Due atteggiamenti opposti, ma entrambi negativi, sono il procrastinare e il precrastinare.

Chi procrastina sa qual è la soluzione giusta ma non la prende, nella speranza che la decisione venga da sola, dall’esterno, che qualcun altro decida per noi (la Schelotto faceva l’esempio dell’uomo che deve scegliere tra moglie e amante). Tra i procrastinatori più convinti ci sono quelli che spariscono senza dire una parola. Questo è egoismo: non essere in grado di affrontare una cosa che non va più bene ma non si vuole rischiare il confronto con l’altro. Questa “porta aperta” però agirà sui futuri comportamenti del procrastinatore, non certo in maniera positiva.

Il precrastinatore, invece, è colui che decide tempestivamente. Quello che si butta nelle decisioni senza prendersi il peso e la pena di pensare. Anche questo è un atteggiamento dettato dalla paura di assumersi poi le responsabilità delle proprie scelte.

Ho letto il libro, che ha spiegato con chiarezza e approfondimento i temi trattati durante l’intervista. È stata una lettura importante, perché ha portato alla riflessione e all’approfondimento di condizioni che, spesso, sottovalutiamo.

Tra l’altro, proprio perché le cose non vengono mai da sole, proprio questa mattina sul Corriere è uscito un articolo del sociologo Mauro Magatti sulla necessità di coniugare libertà e responsabilità, ripreso da un articolo dello scorso anno.

https://www.corriere.it/opinioni/18_settembre_10/non-puo-esserci-liberta-007b4212-b450-11e8-8b0b-dff47915528b.shtml?refresh_ce-cp 

Interessante il riferimento al pensiero che il filosofo tedesco Georg Simmel ha espresso più di un secolo fa, e ciò nonostante sempre attuale. “Se non vuole distruggere il mondo e perdersi nel labirinto che lei stessa costruisce, la libertà ha bisogno di vestire l’abito della responsabilità. Termine che ha un duplice significato: disponibilità a rispondere delle conseguenze delle proprie azioni; consapevolezza che la libertà fondamentalmente si esprime come risposta alle interrogazioni che la realtà ci pone. La responsabilità è l’unico modo per permettere alla libertà di prendere forma e di generare socialità invece che caos. Il sintomo della libertà dell’uomo consiste nel fatto che egli dà la libertà agli altri. oggi come ieri, andare dalla direzione opposta significa distruggere la libertà e consegnarsi volontariamente a nuove forme di servitù.”